Riflessioni a voce alta

Ma vi siete accordi di quello che ci accade intorno?
Certo, il Covid 19 ci costringe a cambiare le regole per sopravvivere.
Ma forse non è tutto male.
Non entro nel merito della tragedia, ci mancherebbe altro! Quella non si discute, anzi!
La mia riflessione vuole andare in altre direzioni:

  • le fotografie dal satellite ci fanno vedere un improvviso abbassamento dell’inquinamento a livello mondiale. Senza parlare della pianura padana che non si vedeva così pulita da moltissimi anni. Non sono servite bugie politiche o false promesse, non sono serviti discorsi di esperti o di docenti, non è servito Alberto Angela con i suoi bellissimi programmi televisivi, ma la paura di essere contagiati da un nemico subdolo e invisibile.
  • le polemiche sulla regionalità dell’individuo stanno pian piano scemando. Non ci sono più polentoni o terroni, ma solo italiani. Cazzo vuoi vedere che riscopriamo di essere un popolo. In fondo non è passato così tanto tempo da quando ci siamo uniti, ma in buona parte ci stavamo già dimenticando di esserlo, presi come siamo dall’alimentare una classe politica scellerata che ci ha portato ben oltre il punto di non ritorno. Siamo schiavi di vallette, di “signorine buonasera”, che non hanno neanche la forza di proteggerci da nazioni che dovrebbero dimostrarsi amiche e invece ci abbandonano al largo delle nostre miserie. Forse questa Europa non è tutta la meraviglia che ci aspettavamo, ma non credo servisse una pandemia per capirlo. Noi italiani siamo un popolo straordinario e geniale, circondato dal 70% delle bellezze culturali mondiali (il 30% mancante ce lo hanno rubato in buona parte con i conflitti mondiali), abbiamo arte, cultura, enogastronomia di eccellenza, natura straordinaria e unica e forse questa volta, appena tutto sarà passato, saremo più attenti alle scelte di popolo e meno a quelle personali. Il denaro in questi giorni ci sta dimostrando la sua inutilità! Puoi essere ricco o povero, ma al virus non gliene frega proprio niente, ha bisogno del corpo, non del conto corrente.
  • Vedo famiglie che riscoprono la bellezza dello stare insieme, del condividere gli spazi per giornate intere. Cosa a cui non eravamo più abituati. Chiaro, ci vuole qualche giorno per rimodulare le frequenze, ma poi arriva il click e tutto si mette in bolla. Così vedi foto di gente che cucina, di persone che si danno consigli su come elaborare ricette. Mamme che si aiutano con video improvvisati per capire come scaricare i compiti on line, per gestire le lezioni con i professori, che nel bene o nel male si stanno organizzando. Con impegno, con fatica, con la confusione che tutto questo ha comportato. Vedo imprenditori e operai vivere diversamente le priorità. Quello che fino a ieri era assolutamente urgente, adesso improvvisamente si può rimandare. Si può aspettare domani, forse anche la prossima settimana o addirittura la fine del mese. Perché oggi l’importante è sopravvivere a questo casino. Vedo anche la simpatia che da sempre ci caratterizza, con vignette e battute che fanno sorridere per un momento e ci distraggono dalla inconscia paura che ci accompagna sempre in questi giorni. Vedo l’altruismo e il volontariato, tipico del nostro essere italiani; fatto di gente che si aiuta, fosse anche con solo una parola o un piccolo gesto.
  • Stiamo riscoprendo la bellezza di guardare fuori dalla finestra e sentire gli uccellini che cantano la primavera, che guarda caso, se ne frega delle nostre tragedie o delle nostre miserie, e procede lungo la sua strada come ha sempre fatto.
    La differenza è che noi oggi ce ne stiamo accorgendo. Questo è il bello. E mi auguro che la nostra memoria domani non sia così fragile da dimenticare tutto in un attimo.
    Non ho idea di quanti arriveranno a leggere questa ultima riga, ma se lo avete fatto è perchè avevate tempo di farlo, e questo oggi sembra essere la cosa più bella che abbiamo a disposizione. Un abbraccio
    Carlo