Scrivere per (r)esistere.

Credo sia proprio così.
Soprattutto in questi tempi assolutamente critici e difficili che ci mettono quotidianamente alla prova.
Ogni giorno un bollettino di guerra, ogni giorno qualcuno che conosciamo aggiunge al nostro bagaglio la sua esperienza. Che segna, che incide comunque sulla nostra vita.
E ci ritroviamo in balia di ogni evento, anche minimo, perché la resistenza psicologica viene comunque messa continuamente alla prova e ormai, per molti, è al limite estremo.
Per questo è indispensabile trovare dei nuovi presidi per proteggere noi stessi e coloro che ci stanno attorno. Perché la fragilità in questo momento non è una buona alleata, visto che l’isolamento tende ad amplificare tutto pericolosamente.
Noi adulti abbiamo l’obbligo morale di difendere i nostri figli, i nostri nonni, i nostri cari e anche coloro che ci circondano di energia positiva.
Mai come in questo periodo è imperativo farlo.
Ma come?
Sui metodi credo potremmo confrontarci per dei giorni, ma io ne suggerisco uno che mi è servito molto; scrivere!
Scrivendo di noi, della nostra vita, della nostra storia, cercando di ricavare il bello della nostra esperienza. Come un estratto di frutta e verdura.
Trattenere il buono e condividerlo con gli altri.
Per mille motivi: perché sia da esempio, perché diventi memoria imperitura, perché permette di occupare la mente e il tempo in qualcosa di costruttivo, perché rende attivi e propositivi. Ma è anche utile per non subire l’apatia, per non farsi cogliere dalla depressione, per rimanere concentrati e soprattutto perché scrivere aiuta a riflettere. La parola trasmessa oralmente infatti vola e scappa, ma quella scritta obbliga a pensare prima di segnare quel foglio o battere quella tastiera.
Certo. magari non è semplice cominciare, magari sarebbe utile avere qualcuno che ci suggerisce come fare.
Ma vuoi mettere la soddisfazione?
Detto questo facci una riflessione e poi se ti serve una mano o un consiglio, chiama o scrivi. Buona vita.