Voglio restare un bambino.

I bambini credo siano il pubblico più esigente. A loro non puoi raccontare storie, non puoi mentire. Ti annusano, sentono la tua paura, sanno dove colpire per metterti in imbarazzo senza pietà. Ma sono splendidi quando capiscono che sei vero, genuino e sai parlare la loro lingua. Non credo sia così facile scrivere per loro, anzi, sono certo sia una capacità rara per un adulto.

Recentemente ho avuto il piacere di essere invitato in una scuola elementare per parlare con i bambini di 5a, di 4a e di 3a elementare. Erano anni che non sudavo così! Ore di parole che sono volate velocissime. Le domande mi hanno colpito, mi hanno emozionato e anche divertito tantissimo. Al termine delle due giornate mi è sorta la domanda: “ma avrò lasciato un segno? avranno capito qualcosa di me?”. Ero curioso di vedere se ero stato in grado di comunicarmi e di interpretare un linguaggio diretto e meno strutturato di quello che solitamente utilizziamo noi adulti.

Con orgoglio posso dire di aver centrato l’obiettivo. Sono bastate due letterine che hanno scritto proprio a seguito della mia visita e che le maestre mi hanno gentilmente concesso di conoscere.

Felice di aver fatto questa esperienza impagabile. Onorato di essermi sentito uno di loro. Emozionato di aver appreso che una traccia, seppur piccola, è rimasta nella loro mente e, mi auguro, anche nel cuore. Spero di diventare da grande quello che ho sempre sperato di rimanere: un bambino!